Realtà sessuali e identità di genere

10.09.2015 21:38
 

Come si forma l’identità sessuale di ognuno di noi?  Da che dipende se ci sentiamo eterosessuali o omosessuali? È possibile scegliere il proprio sesso? Ci aspetta forse la dittatura del gender? Cosa ne dice la psicoanalisi? 

Risponde lo psicologo, psicoterapeuta con studio a Macerata, Dott. Andrea Iommi

 
 
Una certa parte conservatrice, del mondo cattolico agita la minaccia dell'invasione del gender.
La discussione attuale sul supposto gender, e sulla minaccia che esso costituisce, a mio modesto avviso, ruota, da un punto di vista del pensiero, intorno a una questione cruciale ed antica: se il soggetto umano, nella sua realizzazione concreta e storica, nelle sue determinati fondamentali sia ancorato, alla fin fine ad una qualcosa di immutabile, non contrattabile, non disponibile da parte del soggetto stesso... Ovvero, se esiste per il soggetto una realtà che si imponga al soggetto stesso come una roccia, un elemento non aggirabile, un dato di fatto che si può solo subire, elaborare magari, ma non certamente modificare o stravolgere se non a prezzo di uno snaturamento della verità del soggetto. Si tratta quindi di concepire una sostanza del soggetto che lo definisca e lo caratterizzi nella sua più intima natura.
Il dibattito intorno al gender ripropone , insomma, la questione filosofica sulla costituzione ontologica del soggetto umano, se esso sia un qualcosa di ontologicamente definibile oppure sia un effetto del discorso sociale e come tale esposto alla rinegoziazione continua dei suoi termini fondamentali.
L'insegnamento che dalla psicoanalisi proviene, e dalla sua pratica, è che: la soggettività non è a disposizione, ovviamente, dell'io cosciente. Anzi il concetto di inconscio va a indicare che c'è una causalità nel soggetto che esorbita, che si situa in un'altra scena rispetto a tutto quanto l'individuo pensa di sé.
Una causalità che fonda l'unicità del soggetto, la sua individuazione in relazione ad un particolare rapporto al godimento. Per la psicoanalisi, infatti, la cifra autentica e propria del soggetto, ciò che lo distingue da ogni altro, si reperisce non in relazione ad un ideale, o in conformità ad una categoria sociale, ma in rapporto al godimento ed alla castrazione.
Rispetto a questo, ogni auto-attribuzione di identità, sessuale o di altra natura, da parte della persona è passibile di messa in discussione da parte dell'incosncio, sia questa identità confacente o meno ad una certa anatomia.
Dirsi uomo, donna, omosessuale o altro, è , alla fin fine appunto un dire che impegna ed investe più l'ideale dell'io, le identificazioni, che non la realtà del godimento.
La realtà dell'inconscio, il reale, costituisce quindi un punto di fissazione e causazione del soggetto imprescindibile. Ma si tratta appunto di una causa inconscia, non coincidente con un apparato anatomico, con una codificazione genica, con un sembiante.
La causa inconscia nelle sue determinazioni, segue la logica dell'uno per uno ed è radicalmente indisponibile a fondare qualsiasi categorizzazione sociale. Pertanto, per la psicoanalisi è vero che l'individuo non è libero di determinarsi autonomamente , ma è altrettanto vero che ciò che lo definisce radicalmente non può essere reperito in un discorso collettivo o in un elemento 'di natura ' come può essere la partizione maschio/femmina.